Si usano gli specchi per guardarsi il viso e si usa l’arte per guardarsi l’anima (George Bernard Shaw)
Non devi essere una grande intenditrice di arte (o di architettura in questo caso) per amarla.
Devi solo essere molto curiosa e avere la mente aperta. Devi essere pronta a lasciarti emozionare, sorprendere, suggestionare e stupire.
Ogni due anni con mio marito cerchiamo di ritagliarci un paio di giorni d’estate per visitare la Biennale d’Arte a Venezia (la prossima nel 2019).
E’ diventato un appuntamento irrinunciabile anche per me che non sono certo una grande esperta, perché è semplicemente emozionante ed è una inesauribile fonte di ispirazione e riflessioni su mille temi, non necessariamente artistici.
Quest’anno per la prima volta ci siamo tornati anche per la Biennale di Architettura e, anche se non è esattamente il mio ambito, l’ho trovata semplicemente fantastica.
Gianni ha studiato arte e design e per me è sicuramente un vantaggio andarci con lui perché devo ammettere che con ogni probabilità molti riferimenti e molte soluzioni non le capirei fino in fondo da sola, ma non per questo le apprezzerei meno, anzi.
Dal mio punto di vista profano è bellissimo girare i Giardini e l’Arsenale tra padiglioni e opere con la mia macchina fotografica e con il naso in su e semplicemente perdermi nella bellezza.
Il titolo o tema se preferisci della mostra di architettura quest’anno è “freespace” (spazio libero).
Tutti i paesi partecipanti l’hanno interpretato dal proprio punto di vista dando vita a istallazioni che rispondessero in qualche modo alle mille domande che questo tema solleva.
Ogni soluzione è ovviamente profondamente influenzata dalla storia, dal retaggio culturale e dalla situazione politica e sociale del paese di riferimento, nello stile, nei materiali utilizzati e nelle riflessioni che suggerisce, ed è proprio questo il fascino irresistibile della Biennale.
Dalle considerazioni sullo spopolamento delle aree rurali al sovraffollamento e spersonalizzazione delle grandi metropoli, dalle questioni ambientali fino al tentativo di riqualificazione di aree abbandonate e strutture dismesse per trasformarle in spazi aperti appunto, aperti alla cultura, agli eventi, alla vita.
Ci sono spazi vuoti dove ancora tutto può nascere e succedere e spazi sovraffollati di vita, giochi di prospettive e dimensioni distorte.
Insomma è davvero un viaggio intrigante nel presente e nel futuro dell’architettura del mondo che se passi da Venezia nei prossimi mesi ti consiglio di fare.
Hai tempo fino al 25 Novembre!






















Con un’opera d’arte bisogna avere il comportamento che si ha con un gran signore: mettervisi di fronte e aspettare che ci dica qualcosa (Arthur Schopenhauer)
I used Google translate to read this post and I’m glad I did 😊 I feel the same as you in that I prefer to go to galleries with someone that I think understands art more than I do. My sister usually! Thank you for sharing and your photos are great 👍
Thank you!! I’m so glad you read it and liked 🙂
Loved looking at all these incredible photos! I especially love the ones from the Albania and Croatia pavilions! I didn’t know about this in Venice. Will look into the next one!
Trace x | http://www.thefashioncollector.com
You really should if you have the chance! Next one (in 2019) will be about Art which is even more interesting in my opinion <3